Mosul

Suhail Dabbach, interprete del colonnello Jasem in Mosul, ha dichiarato che i fratelli Russo, produttori del film, ed il cast hanno ricevuto delle minacce di morte dall’ISIS.

L’attore ha raccontato:

“Quando ho segnalato sui miei social che il film stava per uscire, già il primo giorno l’ISIS si è fatta sentire. Pubblicavano un sacco di video accompagnati da male parole. Robe tipo ‘Ora sappiamo chi sei, guardati le spalle. Controlla ogni giorno la tua testa per assicurarti che sia ancora al suo posto’. Aggiungevano anche ‘Sappiamo dove vivi e possiamo raggiungerti'”.

Joe Russo ha commentato:

“È senza ombra di dubbio un’esperienza snervante per gli attori. Non è mai piacevole assistere alla tua privacy che viene violata ed è terrificante ricevere minacce di morte da fonti anonime. Ma ci pare che Netflix e il nostro team di sicurezza abbiano gestito benissimo la faccenda”.

Anthony Russo ha aggiunto:

“Vi dirò solo che abbiamo trattato la questione con la massima serietà. Sapevamo che avevamo a che fare con una pellicola provocatoria e potenzialmente pericolosa per chiunque vi fosse coinvolto. E abbiamo adottato le massime procedure di sicurezza, un aspetto con cui abbiamo acquisito una certa dimestichezza e familiarità data la nostra esperienza con i Marvel Studios. Ma qua, ovviamente, era tutto a un altro livello. Non abbiamo distribuito le sceneggiature, usavamo un nome in codice per il film e, quando dovevamo distribuire gli script, abbiamo rimosso ogni riferimento all’ISIS, in maniera tale da non citarli mai come nel film. Abbiamo lavorato con il miglior team deputato alla sicurezza, ma c’era comunque un fattore di rischio anche se, per girare la pellicola così come doveva essere fatta, dovevamo necessariamente recarci in Medio Oriente. Eravamo esposti al rischio e dovevamo agire con responsabilità, ma, secondo tutti, il gioco valeva la candela”.

Il regista Matthew Michael Carnahan ha concluso:

“È andata così fin dall’inizio, da quando abbiamo cominciato a girare con un buffo nome che fungeva da copertura. Ci siamo sempre riferito al film chiamandolo Picnic perché quelli di TigerSwan ci avevano fatto notare che avremmo girato in Marocco. Un terzo del contingente dell’ISIS è composto da marocchini e dovevamo adottare tutte le misure di sicurezza possibili per lavorare tranquillamente. Nessuno di noi si aspettava che la situazione degenerasse a questi livelli. Che la famiglia di Suhail, in Medio Oriente, venisse minacciata, che il telefono di sua moglie venisse hackerato o che il profilo Instagram di Adam venisse cancellato e che ricevesse minacce su WhatsApp. Da un lato è stato terrificante, dall’altro abbiamo compreso che abbiamo toccato un nervo scoperto in quel che resta dell’ISIS o della sua forma mentis”.

Di seguito la sinossi del film:

Dopo che l’ISIS ha preso le loro case, famiglie e città, un gruppo di uomini lotta per riconquistarle. Basata su eventi realmente accaduti, questa è la storia della squadra speciale di Nineveh: un’unità di ex poliziotti che conduce un’operazione di guerriglia contro l’ISIS nel disperato tentativo di salvare la città di Mosul.

Nel cast troveremo Suhail Dabbach, Adam Bessa, Is’Haq Elias, Thaer Al-Shayei, Waleed Elgadi, Hayat Kamille e Anouar H. Smaine.

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