Genere: biografico, drammatico, thriller, storico
Anno: 2014
Durata: 113 min.
Regia: Morten Tyldum
Soggetto: Andrew Hodges
Sceneggiatura: Graham Moore
Produttore: Nora Grossman, ido Ostrowsky, Teddy Schwarzman
Cast: Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Charles Dance, Mark Strong, Rory Kinnear, Allen Leech, Matthew Beard

Se si parla di un film fatto non per piacere a tutti i costi bensì per metterti d’innanzi una realtà miscelata da una vena romanzata, allora si sta parlando di “The Imitation Game”. Rifiutando la classica linearità del biopic, The Imitation Game cerca di cogliere il senso di una vita attraverso l’articolazione di tre momenti temporali distinti che ripercorrono se pur in momenti differenti la vita del nostro protagonista. Potrebbe sembrare il capostipite di ogni banalità, eppure, ciò che risalta maggiormente di questa pellicola è la funzione imitativa che possiede in quanto tiene visibilmente conto della lezione di molto cinema recente, e crea un racconto che pare la quintessenza della messinscena televisiva britannica. Il regista, Morten Tyldum, si accosta notevolmente ai canoni comunicativi del piccolo e grande schermo, traendo spunto da svariati esempi cinematografici: da A Beautiful Mind a The Social Network, dai quali assimila la struttura narrativa, al background recitativo di Benedict Cumberbatch, che porta nella sua interpretazione di Turing l’eredità del Julian Assange di “Il quinto potere”. La direzione impeccabile di Tyldum, che riesce ad affrontare temi a dir poco delicati con una mano leggera ed un’ intelligenza non da poco, ed un’interpretazione eccellente da parte del nostro attuale Sherlock Holmes televisivo, rendono questa pellicola un ponte comunicativo ed una continuity ideale fra l’eccentricità irriducibile di ieri e di oggi.

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