RECENSIONE:

Al termine della visione di “Star Wars – Gli Ultimi Jedi” è venuta a crearsi l’ennesima spaccatura all’interno della community, da un parte chi condanna l’intero lavoro, dall’altra chi ne salva il coraggio, ed oggi, più di altre volte, il distacco dall’uno e dall’altro è veramente difficile da comprendere. Episodio VIII non è un brutto film, non è un classico, non è scontato e non è coerente, come diceva l’oca Boris in Balto “Sa solo quello che non è”. Ma procediamo con ordine nell’analisi, senza spoiler, di quelli che sono i punti che hanno caratterizzato il lungometraggio di Rian Johnson.

Il fattore Disney è ancora una volta troppo marcato, come già detto nella nostra recensione di Thor – Ragnarok, l’umorismo è un’arma potente, può essere utilizzata per smorzare una scena intensa o per alleggerire il tono del film in un complesso passaggio, utilizzi che vediamo effettivamente nella pellicola, contrapposti però, come del resto tutti i punti salienti, ad un uso eccessivo dello stesso. Non si può e non si deve applicare l’umorismo in una scena intensa poiché perde di credibilità agli occhi dello spettatore, ancor di più se il film che sta guardando è “Star Wars” non “Spider-Man”. Il problema verso cui la Disney sta portando i suoi film è un’omogenizzazione degli stessi, i lavori che porta in sala stanno diventando un fac-simile l’uno dell’altro, condizione che, proseguendo in questo modo, rischia di rovinarne fortemente il mercato.

La coerenza dei personaggi a loro stessi è fortemente influenzata dal primo fattore, vi sono scene in cui un protagonista quasi esce dalla sua gimmick pur di forzare la risata, ma, ripetiamo ancora una volta, ciò va a contrapporsi ad un’ottima serie di spunti evolutivi. I personaggi sono tutt’altro che statici, non sono marchette di protagonisti e villain, sorprendono, soffrono, maturano, involvono, riuscendo così a superare le basi poste da Episodio VII. Bisognerà vedere dove andranno a convogliare nel prossimo, ed ultimo, episodio della saga legato agli Skywalker.

Altro punto cardine è proprio la prospettiva in cui va guardato questo film, una delle domande che resta insoluta è: “Qual è la finalità di questa trilogia?”. Se gli Episodi IV, V, VI avevano alla loro base la speranza e la redenzione, mentre I, II e III, una forte connotazione politica legata alla lotta per il potere ed ai sentimenti umani, la nuova trilogia sembra composta da film fini a loro stessi. Manca, al momento, un filo conduttore che li leghi, manca una conclusione inevitabile verso cui i personaggi stanno vertendo. Episodio VIII ha posto più domande che risposte, benché quelle date siano state senza dubbio sorprendenti, ma sarà un lavoro difficile riuscire a dare una conclusione coerente con i precedenti capitoli in un solo film.

Questo nuovo Star Wars piace e non piace, ma non si può dire che uno abbia torto e l’altro ragione, ha punti di forza per entrambe le fazioni. La risposta la si avrà con il prossimo lungometraggio della saga, sperando che Abrams voglia scommettere di più sulla pellicola rispetto a quanto fatto in Episodio VII, ripartendo da quegli spunti messi in gioco nel secondo tempo de “Gli Ultimi Jedi“, riuscendo a trovare anche un equilibrio nel “family friendly” così che non rovini scene cardine per il film.

In conclusione il lungometraggio altro non è che due facce della stessa medaglia, il nuovo contrapposto al classico, starà alla sua conclusione stabilire se questo conflitto interno possa risolversi dando nuovo lustro al mondo di Star Wars e, ci auguriamo, ad un nuovo capitolo della filmografia legata alla Disney.

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