RECENSIONE:

Uscito nelle sale italiane lo scorso 23 maggio, “Solo – A Star Wars Story” è il nuovo lungometraggio spin-off prodotto dalla Disney, il secondo dopo Rogue One, incentrato interamente sulla vita di Han Solo, svelando diversi dettagli sul personaggio e di come questi sia stato spinto verso il pianeta Tatooine, luogo che ha segnato l’incontro con Obi-Wan Kenobi e Luke Skywalker nel quarto capitolo della saga.

La pellicola è stata accompagnata da un forte scetticismo, frutto di diverse problematiche, legate sia alla regia che al cast, che l’hanno accompagnata nel corso della produzione, che hanno portato al risultato di un film dal basso peso mediatico, pur essendo ambientato nel mondo di Star Wars, ma che nel complesso ha raggiunto la piena sufficienza. Andiamo dunque a vedere quali sono stati i punti di forza e le mancanze del lungometraggio diretto da Ron Howard.

La trama è sviluppata in maniera piuttosto lineare senza grandi sorprese, benché il regista abbia chiaramente tentato di stupire il pubblico sul finale, il portare su schermo un personaggio conosciuto e già caratterizzato in quattro film lascia ben poco spazio alle sorprese. Nonostante questo, l’azione risulta piacevole rendendo la durata del film scorrevole. Piccola parentesi va posta verso gli espedienti utilizzati per mostrare al pubblico alcuni degli elementi tipo di Han, dal suo cognome “Solo” sino all’incontro con l’amico Chewbecca, passando per la “vincita” del Falcon. La produzione ha mostrato troppa poca attenzione a questi elementi essenziali per la storia futura del protagonista, suscitando quasi l’ilarità per i fan della saga originale.

Niente da eccepire alla fotografia e alla colonna sonora che hanno reso gli inseguimenti e le scene d’azione ancor più credibili e coinvolgenti, del resto non era possibile aspettarsi di meno da un lungometraggio appartenente all’universo di Star Wars.

Sebbene la pellicola non risulti all’altezza del precedente Rogue One, piazzatosi tra i migliori film insieme ai capitoli della saga principale, è corretto definire Solo una piacevole sorpresa, un buon lungometraggio dalla piena sufficienza che coinvolge e diverte, raggiungendo così lo scopo per cui il film stesso è stato realizzato. Resta però un certo rammarico, sarebbe bastato avere un minimo di attenzione in più nei particolari per permettere alla pellicola di raggiungere un successo ancor più alto.

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