In occasione dell’uscita del film “Ready Player One“, ultimo lavoro del celebre Steven Spielberg, il regista è stato ospite a Londra della redazione di ITV per la quale ha rilasciato una lunga intervista, durante la quale si è spaziato tra argomenti legati alla pellicola sino alla spinosa questione legata alla candidatura all’Oscar di lungometraggi realizzati “quasi” esclusivamente per le piattaforme streaming.

Non è infatti la prima volta che il vincitore di ben tre premi Oscar si pronuncia il sul lavoro di piattaforme quali Netflix, Amazon Video o Hulu, lodando sempre l’eccellente lavoro svolto dalle varie compagnie per elevare la qualità complessiva dei prodotti serializzati destinati al piccolo schermo, a cui lui stesso si è dedicato. Diverso è però quanto concerne la realizzazioni di lungometraggi che spesso, a solo scopo di comparire nelle candidature all’Oscar, escono in sala per pochi giorni per poi finire nel sito di appartenenza.

In merito a quest’ultime si è così espresso:

“Il cinema sta affrontando una sfida (contro lo streaming, ndr.) ma la settima arte ha sempre dovuto combattere contro qualcosa. Negli anni ’50 c’era l’affermazione della TV, tutti stavano a casa a guardare la televisione, perché era divertente starsene in famiglia a casa davanti a una commedia per il piccolo schermo. A Hollywood siamo abituati ad avere a che fare con l’elevata competizione della tv. La questione è che oggigiorno gli studios hollywoodiani preferiscono andare sul sicuro producendo questi giganteschi tentpole appartenenti a brand che assicurano il successo al botteghino e producono sempre meno film di differente natura e “dimensione produttiva”. Quei film “piccoli” che una volta erano una routine produttiva adesso vengono portati su Amazon, Hulu o Netflix. Voglio specificare: la qualità della proposta televisiva non è mai stata così elevata come oggi. La scrittura è migliore, la produzione è migliore, la regia è migliore e la recitazione è migliore. Ma resta comunque una minaccia per l’esperienza cinematografica. […] Quello che voglio dire è che sempre meno filmmaker si danneranno l’anima cercheranno di ottenere i finanziamenti per portare le loro opere nei cinema e sempre più opteranno per lo streaming VOD lasciando che siano altre compagnie a finanziare i loro lungometraggi. Magari con la promessa di una settimanella striminzita di diffusione nei cinema fatta solo ed esclusivamente per ottenere la qualifica di “film per il cinema”, ma la realtà dei fatti è che una volta che t’impegni a concepire un film per il format televisivo, resti un TV movie. Di sicuro ti meriti un Emmy se dai vita a un bello show, ma non un Oscar.”

È stato poi chiesto a Spielberg se fosse preoccupato dalle condizioni che si stanno sviluppando, si è così pronunciato:

“Sì. Ma faccio ancora film come The Post chiedendo al pubblico di andare in sala a vedere un film come quello evitando di proporlo direttamente su Netflix.”

Infine, alla domanda “I film di questo tipo non dovrebbero concorrere agli Oscar?“, ha risposto:

“Esatto. La mia opinione è che produzioni che riescono a essere qualificate come “filmiche” solo perché sono state proiettate in un paio di cinema per meno di una settimana, non dovrebbero poter gareggiare per le nomination degli Academy Awards.”

Riportiamo di seguito l’intervista completa:

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