SCHEDA DEL FILM:

Titolo: King Arthur – Il Potere della Spada

Anno: 2017

Genere: Fantasy, Avventura, Azione

Durata: 126 min.

Regia: Guy Ritchie

Sceneggiatura: Joby Harold

Cast: Charlie Hunnam, Astrid Berges-Frisbey, Eric Bana, Jude Law, Annabelle Wallis, Katie McGrath, Aidan Gillen, Millie Brady, David Beckham, Djimon Hounsou, Poppy Delevingne, Mikael Persbrandt, Peter Ferdinando

TRAMA:

Cresciuto nei vicoli oscuri e dimenticati di Londonium al seguito di una scapestrata banda, inconsapevole del suo lignaggio, il giovane Arthur (Charlie Hunnam) estrae la spada leggendaria dalla roccia in cui è incastonata, diventando così il legittimo proprietario di Excalibur, nonché il sovrano predestinato del regno. Nel percorso per imparare a padroneggiare il potere della magica lama e rivendicare il trono usurpato, si invaghisce di una misteriosa ragazza di nome Guinevere (l’attrice e modella spagnola Astrid Berges-Frisbey) e si unisce alla Resistenza nella lotta al tiranno Vortigern (Jude Law), che si è impadronito della sua corona ed ha assassinato i suoi genitori. Lo spietato signore della guerra non è l’unico avversario che Arthur deve affrontare, prima ancora dovrà sconfiggere i propri demoni interiori e riuscire a unire il popolo sotto la sua guida, se vuole esaudire le leggende del passato e diventare egli stesso immortale.

RECENSIONE:

In molti hanno storto il naso non appena hanno saputo del progetto King Arthur – Il Potere della Spada, ennesima trasposizione del famoso mito divenuto leggenda che, tuttavia, attinge a fatti realmente accaduti e che rivivono oggi nella fantastica storia di Re Artù. Tuttavia questa rivisitazione che porta l’impronta di Guy Ritchie riesce a stupirci e scoraggiarci allo stesso tempo.

Risulta sicuramente affascinante il modo in cui il regista ha deciso di portare questa millenaria fiaba sul grande schermo. Senza alcun dubbio, a ragion veduta oseremmo dire, Ritchie si rifà in maniera esplicita a predecessori del genere e che, il genere, l’hanno praticamente fondato. Sin dai primi minuti pare quasi di rivedere alcune scene che Peter Jackson ci ha insegnato ad amare ne Il Signore degli Anelli. Sappiamo benissimo che un paragone del genere sarebbe “blasfemo” in un qualunque universo, ma allo stesso tempo non può rimanere indifferente tale contaminazione. La regia mossa dai continui sbalzi di frame rate ed i tanti movimenti di camera improvvisa, ci mettono di fronte un punto di vista innovativo, quello del regista, che ci porta a seguire la narrazione e viverne, anche visivamente, il clima e le emozioni che i protagonisti vivono. Un ulteriore punto di forza è il sapersi (sia da parte dei personaggi principali che dei comprimari) non prender troppo sul serio, puntando verso una sceneggiatura più ilarica che solenne.

Tuttavia, nonostante abbiamo apprezzato notevolmente questa voglia di mostrarci il tanto famoso mito sotto un ambito fin’adesso inesplorato, non possiamo tacere di fronte alcune titubanze che la pellicola ci ha lasciato. Nonostante le pregevoli interpretazioni dei nostri protagonisti, da un Charlie Hunnam che ci mostra una singolare interpretazione di Artù, ad un Jude Law che ci rivela il vero volto che ogni villain dovrebbe possedere, il racconto ci pone di fronte dei momenti fin troppo cauti che ci portano ad una visione pressoché monotona. Perché è vero che, se da un lato il non prendersi troppo sul serio rappresenta un punto di forza, l’abusarne porta ad ottenere un risultato esattamente opposto. In fondo tutti i detti sono veri: “In medio stat virtus“.

TRAILER:

 

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