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Emily in Paris, il lavoro di Emily esiste davvero? Quanto guadagna e quanto costa vivere come lei

Emily in ParisEmily in Paris, il lavoro di Emily esiste davvero? Quanto guadagna e quanto costa vivere come lei ( Fonte Netflix ) - cinemartmagazine.it

Emily in Paris vive tra moda, eventi e appartamenti centrali. Ma quanto costerebbe davvero imitarla oggi?

Chi ha seguito le stagioni di Emily in Paris sa che la protagonista, interpretata da Lily Collins, si muove in una Parigi da sogno, tra abiti couture, caffè eleganti e appartamenti in zone storiche. Eppure, dietro la patina glamour della serie Netflix ideata da Darren Star, si nasconde una domanda ben più concreta: quanto costa realmente vivere come Emily Cooper? Il personaggio, un’americana trasferita a Parigi per lavoro, sembra destreggiarsi tra outfit griffati e brunch senza fine con una disinvoltura che mal si concilia con le retribuzioni medie francesi, soprattutto nel settore del marketing. Il contrasto tra la sceneggiatura e i dati reali rivela uno scarto economico importante, difficile da ignorare per chi conosce da vicino la capitale francese.

Budget parigino e stipendio medio: le incongruenze della vita da sogno di Emily

Nella serie, Emily lavora per un’agenzia di marketing del lusso come marketing executive, una posizione che nella realtà richiede anni di formazione, stage e spesso un percorso universitario dedicato. Per chi ricopre ruoli junior o mid-level, lo stipendio annuale si aggira tra i 30.000 e i 40.000 euro lordi, equivalenti a circa 2.000 euro netti al mese. Una cifra dignitosa, ma che non reggerebbe il ritmo di vita mostrato nella serie.

I suoi outfit, spesso composti da abiti firmati da maison come Valentino, Chanel, Balmain o Balenciaga, superano anche i mille euro a capo, con cambi d’abito quasi quotidiani. A questo si aggiungono spese costanti per affitti, cene nei ristoranti centrali, taxi, eventi mondani, weekend fuori porta e attività culturali. Anche il costo di un semplice brunch a Parigi, se frequentato con regolarità, finisce per incidere pesantemente sul bilancio mensile.

Emily in Paris

Budget parigino e stipendio medio: le incongruenze della vita da sogno di Emily ( Fonte Netflix ) – cinemartmagazine.it

Le spese fisse non sono da meno: un monolocale arredato in zona centrale, simile a quello dove vive Emily nel V arrondissement, può costare tra i 1.200 e i 1.600 euro al mese. A questo si sommano utenze, spesa, trasporti e abbonamenti vari, facendo lievitare il totale mensile ben oltre i 2.500 euro. Anche se si ipotizzasse una parte di benefit aziendali (come abbonamento alla metro o buoni pasto), resterebbe comunque una forbice ampia tra entrate e uscite.

Chi conosce Parigi lo sa: il costo della vita è tra i più alti d’Europa, e replicare lo stile di vita mostrato nella serie richiederebbe o un salario molto superiore alla media, o una certa elasticità narrativa, quella che – non a caso – regge buona parte delle fiction ambientate nella capitale francese.

Appartamenti, moda e vita sociale: i numeri dietro la finzione di Emily in Paris

Emily abita a Place de l’Estrapade, nel cuore del Quartiere Latino. Il suo appartamento, in un palazzo storico, è luminoso, affacciato su una corte interna e arredato con gusto. Un immobile con quelle caratteristiche, se esistesse davvero nelle dimensioni viste nella serie, supererebbe i 1.500 euro mensili solo di affitto. E senza ascensore.

Gli appartamenti in quella zona hanno metrature contenute, ma sono molto richiesti per la posizione strategica, la presenza di università e librerie storiche e la vicinanza ai Giardini del Lussemburgo. I pavimenti in parquet, le cucine a vista e i bagni minimal contribuiscono a mantenerne alto il valore al metro quadro.

Anche la vita sociale di Emily rappresenta una fetta considerevole di spesa: serate nei rooftop, aperitivi, mostre, eventi di moda e pranzi business. In media, un’abitudine come quella mostrata nella serie comporterebbe almeno 400–500 euro al mese solo per l’intrattenimento personale. Senza contare gli imprevisti, i viaggi, gli abbonamenti alle riviste o alle piattaforme online che un’addetta alla comunicazione dovrebbe considerare.

Il guardaroba, poi, è fuori scala. Non si tratta solo del valore dei singoli capi, ma della quantità: un look nuovo per ogni scena implica decine di migliaia di euro all’anno, difficilmente giustificabili anche per una professionista ben retribuita. Il ricorso a sponsor o omaggi nel mondo reale è plausibile solo per influencer affermate, e Emily – almeno nelle prime stagioni – non lo è ancora.

In definitiva, l’universo costruito attorno alla protagonista resta narrativamente efficace, ma economicamente fantasioso. La Parigi raccontata in Emily in Paris è una città possibile solo in parte, filtrata da un’estetica americana del sogno europeo, fatta di contrasti cromatici, cliché romantici e budget che, fuori dallo schermo, non quadrano quasi mai.

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