Sylvester Stallone ha da poco intrapreso una battaglia legale contro la Warner Bros., citando in giudizio la casa produttrice per frode e condotta disonesta, contestatagli per gli’incassi di Demolition Man.

Stando alle motivazioni date dell’attore, la Warner avrebbe mancato il versamento di una parte dei profitti di Demolition Man, film cult del ’93, nelle casse di Rogue Marble, società di produzione di proprietà di Stallone.  Le clausole della pellicola prevedevano infatti un 15% a favore dell’attore in caso di raggiungimento di 125 milioni di dollari al botteghino e del 20% se la pellicola avesse superato i 200 milioni.

Per diversi anni la major non ha versato nulla nelle casse della Rogue Marble e, quando Stallone nel 2014 ha inviato un rappresentante della società a chiarire la questione economica con Warner, il colosso cinematografico avrebbe mostrato un falso incasso del film in questione (circa 70 milioni di dollari) salvo poi fare dietrofront e scusarsi, inviando una lettera con relativo assegno di 2.820.000 dollari all’indirizzo della casa di produzione dell’attore.

Nonostante tutto però, Stallone non solo non ha gradito la mossa della Warner, bensì sostiene che la cifra incassata per Demolition Man sia ben più alta di quanto dichiarato, accusando gli studios di comportamenti “immorali, offensivi e senza scrupoli”.

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