RECENSIONE:

George Clooney torna dietro la macchina da presa per condurci nella cittadina tranquilla di Suburbicon dove l’apparenza non è solamente importante, bensì l’unica cosa che conta.

La bravura di Clooney, accompagnata dalle interpretazioni di due egregi Matt Damon e Julianne Moore, ci raccontano una storia non tanto dissimile alla società contemporanea fatta di pregiudizi e finti sorrisi, il tutto accompagnato da un’ipocrisia di base che si va districando man mano che la pellicola prende corpo. Perché quando questa storia inizia, si avverte immediatamente il senso che qualcosa stia effettivamente andando storto, si annusa quello strato di polvere nascosto sotto il tappeto che da un granello diverrà un cumulo, l’unica domanda che ci si pone sarà quando il tutto verrà effettivamente svelato.

Così come risulta essenziale il ritmo all’interno di una storia, anche in questo caso lo si ritrova far da padrone ma nel verso totalmente opposto al mostrato. Se ciò che vediamo sono delle situazioni aventi un ritmo davvero troppo rilassato, non altrettanto risanante è ciò che viene trasmesso al pubblico. Lo spettatore avverte fin dai primi minuti un senso d’inquietudine, lo stesso che giornalmente si prova nel vedere situazioni palesemente sbagliate essere trattate con il massimo della leggerezza e dell’indifferenza.

Il regista ci mostra uno spaccato di quello che ogni giorno vediamo per le strade e, per quanto cerchi di rendercelo il più divertente e lineare possibile, non manca di lasciarci in gola quel boccone amaro e quel senso di disagio che ci accompagnerà per l’intera proiezione.

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