Genere: drammatico, thriller
Anno: 2014
Durata: 149 min.
Regia: David Fincher
Soggetto: Gillian Flynn
Sceneggiatura: Gillian Flynn
Produttore: Reese Witherspoon, Amon Milchan, Joshua Donen, Ceàn Chaffin
Cast: Ben Affleck, Rosamund Pike, Neil Patrick Harris, Tyler Perry, Carrie Coon, Kim Dickens, Patrick Fugit, Emily Ratajkowski, Missi Pyle, David Clennon, Casey Wilson, Sela Ward, Boyd Holbrook, Lola Kirke, Scoot McNairy, Lee Norris

Inutile chiudersi in vaghi giri di parole, ciò che conta è il “dunque”. In America vige la regola che un regista lo si giudica per l’ultimo film diretto e non per la fama trascinatasi dal successo di altre pellicole. Io sono uno di quelli che ha letteralmente adorato David Fincher, a mio parere uno dei registi migliori per quanto riguarda i thriller psicologici, e proprio per questo, seppur andando controcorrente, non mi astengo dal ritenere Gone Girl – L’amore Bugiardo un vero e proprio buco nell’acqua. Due ore e mezza per costatare che questa pellicola si discosta totalmente dai soliti canoni del regista. Due ore e mezza avendo delle aspettative che, ahimè, non verranno mai soddisfatte. Una sceneggiatura se pur buona, immersa in un contesto registico a mio parere alquanto fallace. Dei colpi di scena posti con metodi e tempi erronei ed un’interpretazione assolutamente piatta del protagonista Ben Affleck, assai lontano dai vecchi fantasmi di Argo, rendono questo film, una mediocre storia sopravvalutata a tal punto da lasciar correre i buchi di trama e le incongruenze sparse qua e la. Ma come una luce in fondo al tunnel va dato merito alla recitazione, per fortuna discostatasi dalla sua contro parte maschile, di una perfetta Rosamund Pike che riesce a render il suo personaggio il più intrigante e naturale possibile. Biondissima e algida come sarebbe piaciuta al maestro Alfred Hitchcock, in grado di modificarsi nel look e nell’espressività, di scena in scena, in sincronia con l’inafferrabilità della personalità di Amy. Una prova maiuscola che inquieta e strappa applausi. Una summa di eccellenze a sprazzi e banalità constatabili, rendono questo film una goccia in mezzo al mare, un “Uno fra tanti” senza arte ne parte. Insomma: “Suo figlio è intelligente ma non si applica”.

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