Jake Gyllenhaal, Zodiac

A 13 anni dall’uscita di Zodiac, pellicola diretta da David Fincher con Jake Gyllenhaal, Robert Downey Jr. e Mark Ruffalo, il regista ha ricordato in tempi in cui il film era in lavorazione.

A tal proposito Fincher ha fatto riferimento alla tensione che, sul set, c’era fra lui e Jake Gyllenhaal:

“Jake si trovava nella posizione ben poco invidiabile dell’essere molto giovane e circondato da persone che volevano avere la sua attenzione, mentre lavorava per qualcuno che non gli permetteva di avere un giorno libero. Credo che una persona [in quella situazione] debba avere tutto fuori dalla propria visione periferica. Anche se penso che la filosofia di Jake si basasse su… guarda, aveva già fatto un po’ di film, anche da piccolo, ma non credo avesse mai avesse avuto a che fare con qualcuno che esigeva la massima concentrazione anche sulle minuzie e tendeva a distrarsi parecchio. C’era un sacco di gente che gli sussurrava all’orecchio che Jarhead sarebbe stato un film gigantesco che lo avrebbe lanciato in un’altra categoria e ogni fine settimana veniva trascinato al film festival di Santa Barbara, al Palm Springs film festival o al ca**o di Catalina film festival. E quando si presentava al lavoro era a pezzi. C’erano i suoi manager e i suoi sciocchi agenti che, in pausa pranzo, andavano nella sua roulotte per parlargli della cover di GQ, di questo, di quello. Veniva rosicchiato a morte dalle anatre, anatre neanche troppo sveglie. Però avevano occupato il suo campo visivo ed era difficile per lui colpire una palla veloce”.

Il regista ha poi spiegato che al termine della lavorazione di Zodiac, la tensione si era completamente dissipata, e che, come se non bastasse, Jake Gyllenhaal si era addirittura scusato con lui:

“Non voglio in alcun modo trovare scuse per il mio comportamento. Senza ombra di dubbio ci sono momenti in cui posso diventare molto conflittuale quando vedo qualcuno svogliato. Ma la gente ha dei momentacci di continuo. Incluso il sottoscritto. E cerco di essere compassionevole. Ma. Si tratta di: Quattro. Cento. Mila. Dollari. Al giorno. E potremmo non avere la possibilità di tornare a farlo di nuovo. Ed è una cosa che dico di continuo agli attori: non passerò sopra la tua sbornia, sul tuo cane che sta morendo o sul fatto che hai appena licenziato il tuo agente o viceversa. Una volta che arrivi qua l’unica cosa che m’interessa è: abbiamo raccontato la storia”?

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