Emilia Clarke, Daenerys Targaryen

Durante una recente intervista, Emilia Clarke, interprete di Daenerys Targaryen in Game of Thrones, ha svelato per la prima volta di esser sopravvissuta a ben due aneurismi cerebrali.

Ecco quanto raccontato dall’attrice:

“Proprio quando tutti i miei sogni di infanzia sembravano diventare realtà ho quasi perso la ragione e poi la vita. Non ho mai raccontato questa storia pubblicamente, ma ora è arrivato il momento di farlo.”

La Clarke ha poi continuato facendo riferimento al termine delle riprese della prima stagione della serie targata HBO:

“Avevo paura della popolarità, di un lavoro che non riuscivo quasi a capire, di deludere la fiducia che i creatori della serie avevano riposto in me. Mi sentivo, in ogni modo, esposta. Nel primo episodio apparivo nuda e daquel giorno ogni incontro con la stampa culminava sempre con la stessa domanda, variava di poco il ‘Interpreti una donna così forte e tuttavia ti spogli. Perché?’. Nella mia testa avrei voluto rispondere ‘Quanti uomini devo uccidere per dimostrare il mio valore?’
Per alleviare lo stress, ho iniziato ad allenarmi. Dopotutto, ero un attrice televisiva, ed è quello che fanno gli attori televisivi. La mattina dell’11 febbraio 2011, mi stavo vestendo negli spogliatoi di una palestra a Crouch End, a nord di Londra, quando ho iniziato a sentire un forte mal di testa. Ero così stanca che riuscii a malapena ad indossare le scarpe da ginnastica. Quando ho iniziato l’allenamento, ho dovuto sforzarmi.
Poi il mio allenatore mi ha fatto mettere in posizione plank (Sdraiato fermo sulle braccia n.d.r.) , e ho immediatamente sentito come se una fascia elastica mi stesse stringendo il cervello. Ho cercato di ignorare il dolore e andare avanti, ma non ci sono riuscita. Ho detto al mio allenatore che dovevo fare una pausa. In qualche modo, quasi strisciando, sono arrivata nello spogliatoio. Nel bagno, mi inginocchiai e iniziai a vomitare violentemente. Nel frattempo, la sofferenza, il dolore lancinante e costrittivo stavano peggiorando. Ad un certo punto, iniziai a temere il peggio, stava succedendo qualcosa al mio cervello.
Per alcuni istanti, ho cercato di allontanare il dolore e la nausea. Mi son detta: ‘Non sarò paralizzata’. Ho spostato le dita delle mani e dei piedi per assicurarmi che fosse vero. Per mantenere sveglia la memoria, ho provato a ricordare, tra le altre cose, alcune battute di Game of Thrones.”

L’attrice è stata soccorsa da una donna e portata subito in ospedale:

“Il primo intervento chirurgico è stato ‘minimamente invasivo’, il che significa che non mi hanno aperto il cranio. Piuttosto, usando una tecnica chiamata avvolgimento endovascolare, il chirurgo introdusse un filo in una delle arterie, nell’inguine; il filo va poi verso nord, attorno al cuore e al cervello, dove hanno sigillato l’aneurisma.
L’operazione è durata tre ore. Quando mi sono svegliata, il dolore era insopportabile. Non avevo idea di dove fossi. Il mio campo visivo era ristretto. C’era un tubo in gola e io ero arido e nauseato. Mi hanno spostato dall’I.C.U. dopo quattro giorni e mi ha detto che il grande ostacolo era di arrivare al traguardo delle due settimane. Se non ci fossero state complicazioni, le possibilità di una buona ripresa erano alte.”

Il risveglio è stato, per come racconta la stessa Emilia, una delle parti più dure da affrontare:

“Soffrivo di afasia, una conseguenza del trauma che il mio cervello aveva sofferto. Anche se stavo borbottando sciocchezze, mia madre mi ha fatto la grande gentilezza di ignorarlo e cercando di convincermi che ero perfettamente lucida. Ma sapevo che stavo vacillando. Nei miei momenti peggiori, volevo staccare la spina. Ho chiesto allo staff medico di lasciarmi morire. Il mio lavoro – pensai più volte a come sarebbe la mia vita – è basato sulla lingua, sulla comunicazione. Senza quella, ero persa, finita.”

Dopo una settimana l’attrice ha superato quella situazione e si è resa conto di essere stata incredibilmente fortunata:

“Quando mi hanno svegliato, stavo urlando di dolore. L’intervento era fallito. Ho avuto un’emorragia enorme e i medici hanno chiarito che le mie possibilità di sopravvivere erano precarie se non avessero operato di nuovo. Questa volta avevano bisogno di accedere al mio cervello alla vecchia maniera: aprendomi il cranio. E l’operazione doveva essere fatta immediatamente.
Il recupero è stato ancora più doloroso di quanto non fosse stato dopo il primo intervento chirurgico. Sembravo aver attraversato una guerra più macabra di quella di Daenerys. Sono uscita dall’operazione con un tubo che mi usciva dalla testa. I frammenti del mio cranio erano stati sostituiti dal titanio. Oggi la cicatrice non si vede, ma ai tempi non sapevo che non sarebbe stata visibile. E c’era soprattutto la costante preoccupazione per le perdite cognitive o sensoriali. Perdita di concentrazione? Memoria? Visione periferica? Ora dico alla gente che ho perso il buon gusto in fatto di uomini. Ma, naturalmente, nulla di tutto ciò sembrava remotamente divertente ai tempi.”

La Clarke ha poi concluso:

“Ora, dopo essere stata zitta per tutti questi anni, sto finalmente raccontando tutto. Per favore, credetemi: so che non sono l’unica. Innumerevoli persone hanno sofferto molto peggio, e non avevano a disposizione le cure che io sono stata fortunata a ricevere. Ho fregato la morte due volte, è venuta a reclamarmi”.

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