Come tutti fan della saga avranno potuto notare, quest’appena trascorsa settima stagione di Game of Thrones, ha puntato molto sulle imponenti figure dei draghi, quasi a voler dare loro un’importanza primaria.

La cosa che ci sorprende maggiormente è che, originariamente, George R. R. Martin, non avrebbe voluto inserire queste creature leggendarie all’interno della storia. Ecco le parole rilasciate in merito dall’autore durante una recente intervista:

“Ho preso in considerazione, nelle prime fasi dell’ideazione, di non inserire i draghi nella storia,” ha rivelato lo scrittore. “Volevo che i draghi fossero il simbolo dei Targaryen, ma volevo elaborare il concetto che forse si trattasse di un potere parapsicologico, di pirocinesi, che potessero generare le fiamme col pensiero. Ci ho pensato e ripensato. La mia amica e collega, la scrittrice fantasy Phyllis Eisenstein, è stata colei che mi ha convinto a inserire i draghi nella saga, e le ho dedicato il terzo libro. Penso che sia stato un giusto consiglio.”

Martin ci ha poi voluto parlare dell’importanza che ha deciso di dare all’elemento “magico” presente nella narrazione:

“Il fantasy necessita di magia, ma cerco di controllare l’elemento magico molto rigorosamente. Puoi facilmente rischiare di avere troppa magia nel fantasy, e quindi fare in modo che questo sommerga tutto il resto e perdere ogni senso di realismo. Provo a mantenere la magia ‘magica’, qualcosa di misterioso, oscuro e pericoloso, qualcosa che non si comprende mai appieno. Non voglio percorrere la strada delle scuole di magia e di classi dove, se dici sei parole, qualcosa automaticamente succede. La magia non funziona in quel modo. La magia consiste nel gestire forze che non capisci del tutto. E, magari, avere a che fare con esseri e divinità che non comprendi. Dev’esserci un senso di pericolo.”

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