SCHEDA DEL FILM:

Titolo: Personal Shopper

Anno: 2016

Genere: Drammatico, Thriller

Durata: 105 min.

Regia: Olivier Assayas

Sceneggiatura: Olivier Assayas

Cast: Kristen Stewart, Lars Eidinger, Sigrid Bouaziz, Nora Von Waldstatten, Anders Danielsen Lie, Ty Olwin, David Bowles

TRAMA:

Maureen è una giovane donna americana che vive a Parigi e lavora come personal shopper. Ha l’incarico di scegliere i vestiti ideali, con un budget stratosferico a disposizione, per una star esigente di nome Kyra. Maureen ha anche il dono di comunicare con gli spiriti. Cerca un contatto con l’aldilà per poter salutare definitivamente il fratello gemello Lewis, recentemente scomparso e per riappacificarsi con la sua perdita. Inizierà a ricevere ambigui messaggi inviati da un mittente sconosciuto. Entrerà in contatto con una presenza spettrale ma non è sicura che si tratti di Lewis.

RECENSIONE:

Personal Shopper è una di quelle pellicole che, nel marasma generale dei fanchise, rischia di rimanere in sordina ma, al contrario di tante altre volte, questa sarebbe stata l’unica per la quale il restare in ombra non sarebbe stata una così cattiva idea. facciamo subito un passo indietro. La pellicola diretta da Olivier Assayas parte con tutti i presupposti giusti: tema difficile quale quello del lutto, l’alienazione della protagonista che in qualunque circostanza porta in sé l’emblema della persona indecisa verso tutto e tutti ed un ritmo che si alterna tra il drama ed il thriller. Cos’è accaduto allora?

Purtroppo però, e siamo onesti nel dirlo, ci duole constatare che una storia che parte bene non sempre va poi a risolversi nel migliore dei modi. E no, non stiamo parlando del classico “lieto fine”. La regia risulta spesso titubante con cambi di scena paragonabili a qualunque  soap opera degli anni ’80. Se la tecnica non aiuta, non lo fanno di certo la sceneggiatura ed il soggetto ai limiti del banale, dove persino il colpo di scena rappresenta una dei momenti più scontati del film. Il tutto è condito da una Kristen Stewart che, seppur ci provi, non si avvicina minimamente ad una prestazione sufficiente, con un’espressività facciale praticamente nulla. La narrazione si presenta con tutte le carte in regola per emozionare e allo stesso tempo intrigare; ma nello stesso instante in cui ci si inizia a chiedere dove il regista voglia andare a parare, si comprende benissimo che ci troviamo di fronte un vicolo cieco senza sbocco alcuno.

Come molto spesso accade dobbiamo fare i conti con una realtà che seppure semplice, rischia di diventare un coltello a doppio manico. Perché a volte non servono chissà quali labirinti mentali o voglie di mischiare generi, provando ad altalenare drammatico e thriller, si finisce involontariamente col non abbracciare né l’uno e né l’altro.

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